I Banchini, come indica il nome, vengono da Banco. Poi però se ne ha traccia a Curio e dal 1764 sono patrizi di Neggio. Questo è buffo, perché anche voi tutti siete patrizi di Neggio e sapete perché? Il 4 aprile 1764 Giovanni Battista Banchini, figlio di Antonio Francesco, ha pagato 15 scudi ed è stato accettato per sempre come patrizio, lui e la sua discendenza. Anche oggi che la casa di Neggio non è più nostra da un pezzo, anche domani, quando saremo tutti sparsi per il mondo... saremo sempre patrizi di quel paesino del Malcantone. Forse questo Giovanni fu il primo inquilino della casa di Neggio.
Quella casa era una delle più vecchie e grandi del paese, e lì sono nati circa trenta bambini; generazioni prolifiche: Giovanni ebbe quattro figli e venticinque nipotini, 11 da un figlio, 14 da un altro. Molti parti, dunque, tutti in casa come si faceva una volta.
Veduta di neggio da meridione. Pubblicata su Malcantone, testimonianze culturali nei comuni Malcantonesi. Edizioni Bernasconi.
Chissà quanta gente viveva tutta assieme lì: i nonni, i genitori e qualche zio, i figli, nipoti, cugini. Tre generazioni, forse quattro, tutte sotto lo stesso tetto.
Cartolina in acquarello di P. Andreoli spedita da Maria a Felice Banchini il 30 ottobre 1917.
Sono entrato invece nel cimitero di Neggio, insieme a mio padre, moltissimi anni fa, un giorno di ottobre. Sarà stato l’inizio degli anni Cinquanta e io non so perché l’ho fotografato. Adesso lo so: se non lo avessi fatto, non saprei più chi c’era in quel cimitero, perché poi lo hanno chiuso e tutto si è sbiadito e riempito di erbacce...
Ricostruzione fotografica di Gabriele Banchini partendo da foto scattate molti anni prima.
C’erano anche dei bellissimi angeli che ora sono scomparsi. E al posto delle fotografie sulle lapidi, i ritratti eseguiti da Simone, il pittore di famiglia.
Parte del monumento ancora presente nel cimitero anche se in pessime condizioni.